Che cos’è il “Downburst”? (Microburst)

Che cos’è il “Downburst”? (Microburst)

Durante gli ultimi due mesi, nel corso degli eventi estremi di vento forte e grandine, abbiamo purtroppo sentito di sovente parlare di “downburst” che causa spesso danni e viene di sovente confuso con la tromba d’aria.

Ma che cos’è veramente e come si forma?
Quante volte abbiamo assistito a furiosi temporali con vere e proprie tempeste di vento e pioggia che causano allagamenti e soprattutto danni a causa delle violente raffiche. Alberi che si spezzano, rami che volano per strada, cassonetti ribaltati, vasi di fiori caduti… Ma di cosa si tratta?

Stiamo parlando del vento di downburst, letteralmente “botto o scoppio” ed ecco come si forma.
All’interno di un temporale sono sempre presenti due correnti d’aria principali, i famosi moti convettivi: quella calda che sale dal basso verso l’alto, (updraft) e quella fredda che dall’alto scende verso il basso (downdraft). Quando ormai questi moti d’aria all’interno della nube temporalesca sono diventati molto intensi, il downdraft fuoriesce dalla nube e precipita verso il suolo a grandissima velocità (anche oltre 100 km/h). Questa colonna d’aria fredda ha al suo interno anche le precipitazioni e quindi al suolo troviamo (solamente in corrispondenza del downdraft) i classici effetti del “nubifragio” ossia raffiche fortissime di vento con intense precipitazioni spesso accompagnate da grandine.

Al suolo l’impatto del downdraft è sempre molto violento visto che i venti, i quali prendono appunto il nome di “downburst”, giungono ad oltre 100 km/h. Il vento di downburst, una volta giunto al suolo a grande velocità tende a propagarsi in modo lineare verso tutte le direzioni, con una maggiore incidenza nella direzione in cui si muove il temporale. In questo frangente le raffiche di vento possono facilmente superare i 130-150 km/h, causando danni su zone estese, anche molto gravi nelle campagne.

Questo fenomeno di downburst rappresenta un serio pericolo per gli aerei in quanto il repentino crollo dell’aria fredda dall’alto verso il basso a gran velocità causa forti turbolenze, pericolosissime in fase di decollo o atterraggio. Alcuni incidenti mortali si sono verificati proprio per lo “schiacciamento” dell’aereo al suolo che può avvenire sia in fase di decollo che di atterraggio. Il settore che precede le raffiche di vento prende il nome di “gust front”.

l downburst si suddividono in “macroburst” e “microburst” considerando semplicemente il raggio d’azione dei venti tempestosi. Se il raggio d’azione è inferiore ai 4 km, si tratta di “microburst”, mentre se superiore si parlerà di “macroburst”. In questa suddivisione non viene presa in considerazione la velocità delle raffiche di vento in quanto molte volte è capitato di assistere a microburst con raffiche di vento fortissime, addirittura superiori ai 180 km/h in un raggio ristrettissimo di pochi chilometri.

DOWNBURST “BAGNATO ED ASCIUTTO” (WET AND DRY)
Il downburst è quasi sempre accompagnato dalle precipitazioni (pioggia o grandine che dir si voglia) ed in questo caso parliamo di “Wet Downburst”. Alcune volte però si può manifestare con assenza di piogge (con solamente venti forti) ed in questo caso si parla di “Dry Downburst”. Il Downburst “asciutto” è causato dalla presenza di una sacca d’aria molto secca alle quote medie che fa evaporare la pioggia, impedendole di giungere al suolo.

VIRGA
Esco leggermente dall’argomento principale in quanto tale fenomeno di evaporazione si può osservare anche d’inverno, quando sopraggiunge aria molto fredda da nord-est, di estrazione siberiana la quale, attraversando l’Adriatico, riesce ad “assorbire” una quantità tale di umidità da riuscire a condensare dapprima in nubi (cirrocumuli, altocumuli, altostrati, nembostrati, stratocumuli, cumuli o cumulonembi) e successivamente in precipitazioni. Negli strati medio-bassi, essendoci già un cuscino di aria gelida, pellicolare e quindi secca , tali precipitazioni non riescono a raggiungere il suolo “evaporando”, in caso di pioggia o “sublimando” in caso di neve. Questo fenomeno chiamato “virga” (latino virga, “verga, ramo”) è osservabile nelle “striscie” che scendono dalla nube e non riescono a raggiungere il suolo, “asciugandosi” appunto all’incontro con tali strati di aria “asciutta”.

IL DOWNBURST NON È UNA TROMBA D’ARIA (TORNADO)
Quasi sempre il fenomeno del downburst viene confuso dai giornalisti e dai non addetti ai lavori con una tromba d’aria o tornado, ma in realtà si tratta di due fenomeni completamente diversi. Entrambi vengono certamente prodotti da un temporale, ma la formazione e soprattutto gli effetti sono decisamente diversi.

Il downburst, come abbiamo detto, è una corrente d’aria fredda (downdraft) che precipita verso il suolo causando venti fortissimi, tra i 100 e i 200 km/h, su vasta scala (anche su decine e decine di chilometri) producendo danni estesi mentre la tromba d’aria (tornado all’americana) è un vortice d’aria collegato però all’altra corrente d’aria del temporale, l’updraft (la corrente calda che sale dal basso verso l’alto).

Il tornado è quindi una colonna d’aria rotatoria che può raggiungere anche i 500 km/h causando devastazioni ben più gravi del downburst ma su un’area più circoscritta, quella attraversata dal “mulinello d’aria” e le immediate vicinanze. Inoltre il downburst si manifesta, con intensità ovviamente variabile, in quasi tutti i temporali del mondo mentre i tornado si formano solo in caso di temporali molto violenti generati da supercelle e solo in determinate aree del mondo, ultimamente purtroppo sempre più spesso anche in Italia.

I Tornado sono stati classificati con la scala Fujita, una misura empirica dell’intensità di un tornado in funzione dei danni inflitti alle strutture costruite dall’uomo: